Musumeci, ministro per la protezione civile e per le politiche del mare nel governo Meloni, in una conferenza stampa in merito alle devastazioni causate dall’ormai cronico e conclamato cambiamento climatico ammette: “Lo Stato non ha più soldi per il cambiamento climatico. Fatevi un’assicurazione“.
Secondo il ministro, quindi, per contrastare il cambiamento climatico bisogna sottoscrivere una polizza assicurativa privata per mettere al sicuro le nostre case, i nostri beni e le nostre vite.
La cecità di questa affermazione si schianta contro gli sperperi di denaro pubblico conclamati di questo governo. Alcuni esempi.
Il ponte sullo Stretto di Messina
Il ponte sullo Stretto costerà secondo gli ultimi dati aggiornati, 15 miliardi di euro. Un’opera distruttiva per la Calabria e per l’isola siciliana che vedrà far scomparire due paesi (Villa S.Giovanni e Torre Faro), metterà in difficoltà un delicato ecosistema marino e non solo, inquinerà e smuoverà più di 5 campi da calcio di macerie e terreno da ambo i lati per porre i piloni. Tutto questo per portare, secondo Matteo Salvini, 2 milioni di automezzi in più verso la Sicilia. Verso quali “strade” non è dato saperlo.
Le 18 nomine prima delle dimissioni di Sangiuliano
Le cifre di tutte le nomine non sono pubbliche, ma su una cosa siamo certe e certi: fa pensare come un ministro della Repubblica Italiana attualmente in un ciclone infernale fra intercettazioni, favoritismi e mal gestione del dicastero possa piazzare, nel generale silenzio-assenso, i “soliti noti” nella macchina statale a spese dei contribuenti.
La linea alta velocità TAV Torino-Lione
11,1 miliardi di spesa per un’opera obsoleta, inutile e che ha già in parte depredato il territorio della Val Susa. Un’opera del tutto ideologica e politica perpetrata dal sistema politico italiano che cerca da una parte di completare un’opera faraonica che la Francia non vuole più e dall’altra reprime violentemente le proteste dei movimenti con vere e proprie azioni militari, con il manganello e con i lacrimogeni.
5,9 miliardi per nuove armi
Una cifra costantemente in rialzo ogni anno. Un giro d’affari da capogiro sia per indotto sia per export che porta questi nuovi giocattoli di morte verso territori di guerra ove si stanno compiendo crimini contro l’umanità come genocidi e pulizie etniche. Ci chiediamo anche in questo caso come sia possibile continuare a girarsi dall’altra parte di fronte a tutto questo.